Il Presidente di "Passo Civico Comitato Per Roma" Antonio De Napoli a confronto con il Prof. Mario Rusconi Presidente ANP (Associazione Nazionale Presidi) Roma-Lazio ed esperto MIUR su temi come didattica digitale, disuguaglianze, manutenzione edilizia scolastica al tempo del lockdown da Corona Virus.
Gentile Prof. Rusconi, innanzitutto grazie per questa disponibilità a confrontarsi con Passo Civico “Comitato per Roma” su temi che sono di grande attualità e importanza per il tessuto sociale del nostro territorio. Ammettiamo che ancora oggi fare ipotesi realistiche sulla riapertura delle scuole è molto difficile e l’agenda è certamente subordinata a condizioni sanitarie e di natura tecnica scientifica. Ma secondo lei è verosimile parlare di una riapertura in modalità graduale, differenziata e magari anche volontaria come anche alcuni Paesi europei stanno programmando?
I tempi della ripresa e quindi Calendario scolastico sono ancora oggi una grande incognita e come ha detto lei subordinati ad alcune condizioni di carattere tecnico sanitario. Per questo come ANP ci atteniamo a quelle che sono le indicazioni, che sappiamo molto ponderate, del Governo.
Certamente ci potrebbero essere delle soluzioni di natura graduale con modalità di integrazione tra didattica digitale a distanza e didattica tradizionale in aula a partire da settembre. Elemento necessario è infatti quello del distanziamento e di ampio spaziamento nelle aule e per questo potrebbe essere opportuno un turnover delle frequenze dato che come sappiamo le nostre aule sono solitamente in surplus numerico di alunni.
Se prevalesse questa modalità evidentemente si dovrebbe garantire una giusta balance tra carichi di gestione cui verrebbero sottoposto dirigenti e personale della scuola e risorse in campo in termini di organico, potenziando gli investimenti in capitale umano in modo da assicurare una sostanziale efficacia della fase di ripartenza. Su questo aspetto come ANP stiamo già agendo a livello consultivo con il Governo, il Ministero dell’Istruzione e le varie Commissioni e task force di carattere tecnico.
Realisticamente comunque si può prevedere una fase di riavvio graduale, ancora condizionata al grado di recrudescenza del virus, in cui anche i ragazzi si dovranno adattare all’utilizzo di dispostivi di protezione e al distanziamento.
Seguiamo in effetti con estremo interesse i piani e le pratiche messe in campo da alcuni Paesi, specialmente quelli del Nord Europa e in Francia, che però sono stati meno colpiti dall’epidemia.
Si deve peraltro ammettere che tutte le aree d’Europa che hanno programmato una ripresa delle attività più tempestiva che in Italia possono vantare un patrimonio edilizio molto più vasto, moderno ed efficiente del nostro. In questo aspetto paghiamo una carenza cronica.
Proprio a proposito di questo aspetto come valuta la proposta di predisporre in questa fase di chiusura attività, innanzitutto a livello locale e quindi da parte di Roma Capitale, un piano straordinario di manutenzione e riqualificazione delle strutture scolastiche?
Su questa ipotesi che ho sentito proporre da più parti la nostra Organizzazione ha aperto già da alcune settimane una interlocuzione, e per certi versi un confronto, con Roma Capitale e Città Metropolitana. È una
proposta assolutamente auspicabile in quanto l’assenza degli studenti e delle principali attività in sede permetterebbe un significativo passo in avanti a livello di manutenzione e rigenerazione qualitativa dell’edilizia scolastica.
Ci sono in verità anche alcuni aspetti frenanti quale la difficolta ad ingaggiare operatori economici e dell’edilizia in questo regime ancora di significativa restrizione delle attività produttive. Certamente però queste complicazioni potranno essere superate
con il riavvio graduale delle attività produttive e l’inizio della cosiddetta fase 2, consentendo quindi di intervenire, a livello nazionale e soprattutto territoriale, un vero e proprio
piano di rigenerazione delle strutture scolastiche da potenziare nei prossimi mesi in cui ancora le attività scolastiche saranno svolte in modalità digitale. Questa opportunità potrebbe essere anche resa più consistente se gli enti locali riuscissero ad accedere e utilizzare per tali finalità di manutenzione scolastica anche i finanziamenti europei che sono stati destinati a far ripartire l’economia. Pertanto faccio un appello al Comune di Roma e alla Regione Lazio affinché si facciano portavoce di questa istanza.
Come sta procedendo su un territorio complesso, e molto disomogeneo a livello sociale, come quello romano l’attività di didattica digitale? E nella fase di ripartenza si potrà potenziare, per recuperare il gap, il ruolo di inclusione sociale della scuola?
Premetto che la didattica digitale purtroppo non è stata una scelta programmata ma un’esigenza straordinaria e improvvisa dovuta ad eventi imprevedibili nella loro portata e drammaticità. Dopo alcuni giorni di adattamento devo dire che nel complesso si è riusciti a garantire una buona continuità. Sicuramente è vero che quello che si perde, a livello di relazione umana e funzione sociale della scuola, è molto rilevante. In più
c’è un problema, più evidente in una realtà vasta e stratificata come Roma in cui non mancano, basti pensare al livello periferico, aree di forte disagio, che è quello di gap digitale e cioè di forti carenze di strumentazione digitale e di connettività che in questa fase rappresenta l’unica porta di accesso che le famiglie hanno alla scuola e quindi all'istruzione dei figli. Gli ultimi dati ISTAT sul digital divide soprattutto a Centro Sud sono ahimè significativi e per certi versi deprecabili.
Inoltre
lo stanziamento di 80 milioni che le scuole hanno avuto a livello nazionale per acquisire un surplus di strumentazione digitale da destinare alle famiglie in difficoltà purtroppo non si è rivelato sufficiente. Da considerare infine anche che in fase di didattica a distanza oltre all'adeguatezza degli strumenti occorre anche un
“galateo digitale” da parte degli utilizzatori, ovvero un set di comportamenti digitali congrui alla migliore focalizzazione possibile rispetto alla finalità di un corretto apprendimento. A tal proposito la nostra organizzazione ha predisposto un podcast che io personalmente intendo presentare alla Regione Lazio per una diffusione tra tutti i fruitori della didattica digitale.
Infine per quanto riguarda il ruolo di aggregatore sociale della scuola da ormai 15 anni come ANP Roma chiediamo all'Amministrazione comunale e regionale una
vera apertura al territorio, in modo che la scuola diventi da edificio contenitore di didattica culturale ad un vero e proprio centro e laboratorio culturale anche in modalità extracurriculare, come veicolo di inclusione sociale e spazio catalizzatore di cittadinanza attiva per i più giovani. In questo senso è auspicabile ed opportuno coinvolgere a pieno titolo il mondo delle associazioni territoriali e il mondo della cooperazione.
Si ringrazia ANP Roma-Lazio e il Prof. Rusconi per la cortesia e disponibilità
https://www.anp.it/
Redazione PASSO CIVICO